IL BATTESIMO DI CRISTO

Cultural Heritage 360 APS

  • Autore: Elisabetta Sirani (1638-1665)
  • Datazione: 1658
  • Caratteristiche: olio su tela, cm 450 x 350, iscrizioni: ELISABETTA SIRANI F. MDCLVIII
  • Collocazione: San Girolamo della Certosa, Cappella di San Girolamo

Capolavoro indiscusso della giovane “pittrice eroina”, come fu definita Elisabetta Sirani, il Battesimo di Cristo rappresenta uno degli esiti più importanti all’interno del ciclo cristologico commissionato dal priore Don Daniele Granchio-attorno alla metà del XVII secolo-ai maggiori artisti attivi in quel momento a Bologna. Tra questi, nonostante la giovanissima età, figurava appunto la figlia di Giovanni Andrea Sirani, uno dei più diretti seguaci di Guido Reni e anch’egli attivo in Certosa con la tela della Cena in casa del fariseo.

Nonostante la vicinanza cronologica e di collocazione lo stile delle opere non potrebbe, tuttavia, essere più distante. Alla meditata composizione del padre, dalle chiare riminiscenze venete si contrappone l’innovativa audacia realizzativa di Elisabetta che propone qui una delle opere più dirompenti della pittura barocca bolognese mescolando suggestioni felsinee ad altre meridionali, vicine maggiormente alla sensibilità pittorica napoletana. Soluzioni vivaci che sembrano prendere spunto dall’osservazione della vita quotidiana rielaborate attraverso una sensibilità tutta femminile che conferisce all’opera un carattere di intimità  ben diverso dal tono ufficiale del classicismo paterno e degli altri pittori di stampo reniano. Elisabetta Sirani rilancia in quest’opera un gusto neoveneto nelle scelte cromatiche, connotate da forti effetti luministici, in cui la condotta artistica si manifesta con pennellate corpose sempre più libere e vibranti all’interno di una stesura morbida. Il mantello del personaggio col turbante esemplifica questa concezione: le pennellate si sovrappongono alla biacca ricavando un effetto cromatico intenso e luminoso.

Nella guida dedicata ai dipinti della Certosa Luigi Crespi ci informa di come, nel 1657, i certosini pagarono mille lire in anticipo a Elisabetta Sirani per il dipinto. Tale comportamento potrebbe essere interpretato come un  segnale dell’importanza che doveva rivestire  la mediazione del padre che aveva già realizzato il proprio lavoro nel 1652. La giovane non tradì sicuramente le aspettative dei monaci e anzi consegnò l’opera ben prima dei due anni concessi, licenziando, nello stesso tempo, anche i certosini laterali dove Elisabetta si autoritrasse secondo le sembianze di una santa. La figura fu, secondo alcuni dati, tagliata lasciando il posto al solo viso conservato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna mentre l’intera effige di Santa Rosellina campeggia ancora, assieme al Beato Vincenzo, ai lati del grande Battesimo.

Negli scritti della Felsina Pittrice Carlo Cesare Malvasia, quale uno dei maggiori frequentatori di casa Sirani, riporta un aneddoto legato all’artista. Quando Elisabetta ricevette l’incarico dai certosini, presa dall’impeto di una commissione così importante, realizzò in pochi minuti uno schizzo dell’opera di grande vivacità e suggestione. Nonostante la mancanza di prove certe si potrebbe riconoscere in questo studio quello realizzato a inchiostro e conservato all’Albertina di Vienna: sia lo stile che la composizione, ricca di suggestioni nonostante l’immediatezza del tratto, rimandano innegabilmente alla mano di Elisabetta Sirani. A questo si aggiungono diversi altri studi realizzati dalla stessa pittrice come disegni preparatori per i personaggi che campeggiano nel Battesimo. L’uomo a cavallo e l’anziano con la longa barba appartengono a queste opere grafiche conservate alla Royal Collection di Windsor Castle.

Il restauro ha consentito di valutare appieno le grandi qualità tecniche di padre e figlia. Un aso raro risiede nel fatto che le due tele non erano mai state restaurate e quindi si sono presentate a noi così come le avevano lasciate i due artisti, con ancora visibili gli ultimi ritocchi apportati una volta posizionate sulle pareti. Le tele risultavano sostanzialmente in ottime condizioni che anno permesso notare l’iscrizione originale celata dalla successiva anche se identica. Il merito dello stato conservativo va anche addebitato al supporto che è risultato, sia per le opere dei Sirani che per tutto il ciclo cristologico, composto da una unica tela. Diversamente dalla consuetudine del tempo, consistente nell’unire più porzioni di materiale quando si dovevano raggiungere dimensioni ragguardevoli, tale scelta risultò qui determinante, sintomo dell’importanza che i certosini assegnavano a queste opere.

 Fonti: Catalogo de’ Priori della Certosa di Bologna dal principio della sua fondazione fino al presente, Bologna, Archivio di Stato Demaniale (Certosini), ms. 24/5869; Crespi L., La Certosa di Bologna descritta nelle sue pitture, Bologna, 1772; Felsina Pittrice, vite de’Pittori Bolognesi del Conte Carlo Cesare Malvasia con aggiunte, correzioni e note inedite del medesimo Autore di Giampietro Zanotti e di altri scrittori viventi, Tomo primo, Tipografia Guidi all’Ancora, Bologna,1841; Battesimo di Cristo https://www.storiaememoriadibologna.it/battesimo-di-cristo-850-opera

CREDITS

1/10. Elisabetta Sirani, Battesimo di Cristo, © Museo Risorgimento Bologna | Certosa

11. Elisabetta Sirani, Head of bearded man (profile to right) Royal Collection Trust / © Her Majesty Queen Elizabeth II 2021 12. Elisabetta Sirani, An oriental on horseback and other studies, Royal Collection Trust / © Her Majesty Queen Elizabeth II 2021

13. Elisabetta Sirani, Die Taufe Christi, © Albertina, Wien